Mario draghi

Terzo Presidente della Banca Centrale Europea, attuale Presidente del Consiglio dei Ministri.

Frase: “But there is another message I want to tell you. Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.
Data di nascita: 3 settembre 1947
Luogo di nascita: Roma, Lazio

Mario Draghi è stato professore, dirigente pubblico e anche manager di importanti banche d’investimento. Draghi ha sempre parlato molto poco della sua vita privata.

 A 15 anni, ha perso i genitori, ed è rimasto da solo a prendersi cura dei due fratelli più piccoli senza alcuna eredità. Va a scuola dai gesuiti, all’Istituto Massimiliano Massimo di Roma. Ed è il migliore della classe. 

Abbiamo parlato di lui qui: 

Nel 1970 si laurea alla Sapienza sotto la guida del keynesiano Federico Caffè uno dei più grandi economisti e pensatori italiani del dopoguerra, con una tesi su «Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio». All’interno della sua tesi, paradossalmente, il futuro presidente della Bce sosteneva che non sussistessero le condizioni per la creazione di una moneta unica europea. 

Il Draghi che conosciamo ora, però, si è formato soprattutto tra il 1971 e il 1976 a Boston, al Massachusetts Institute of Technology. 

Dopo aver ottenuto il dottorato in questa prestigiosa università, Draghi fa esperienza di insegnamento in diverse università, e diviene consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro nel primo Governo Craxi. Tra il 1984 e il 1990 veste il ruolo di Direttore Esecutivo della Banca Mondiale e, finalmente, l’anno successivo il nuovo Ministro del Tesoro Guido Carli lo assume come Direttore generale del Ministero del Tesoro, sotto consiglio di Carlo Ciampi. Dopo aver concluso la sua esperienza al Ministero, torna ad insegnare ad Harvard, e inizia poco dopo a collaborare con Goldman Sachs, dove guadagna quasi 10 milioni l’anno. 

Successivamente, dal 2005 al 2011, ricopre il ruolo di governatore della Banca d’Italia. 

Il 1º novembre 2011 Draghi assume il ruolo che tutti conosciamo: diventa Presidente della Bce, ruolo che l’ha consacrato come salvatore dell’euro e, in particolar modo, dell’Italia. Arriva infatti ai vertici della Bce nel bel mezzo della cosiddetta “crisi dei debiti sovrani”. 

Nel 2011, quando Draghi arriva alla Bce, c’erano alcuni europei, in particolare Grecia, Irlanda, Spagna, Portogallo e Italia, che si trovavano con un debito pubblico altissimo, interessi che continuavano a crescere e nel giro di pochi mesi rischiavano di dichiarare bancarotta. 

Ed ecco che Draghi pronuncia la frase iconica che tutti conosciamo: annuncia ai mercati finanziari che l’Europa farà “whatever it takes” per salvare questi Stati, ed evitare che si inneschi una reazione a catena che faccia crollare l’euro. 

Con tre semplici parole, ma soprattutto con le politiche economiche che ha messo in atto da lì a qualche mese, riesce a bloccare il processo di speculazione sui debiti dei paesi europei in crisi, e a salvare la moneta unica che ancora oggi utilizziamo. Se Draghi non avesse dato un segnale così forte ai mercati finanziari, e non avesse deciso di far intervenire la Bce con politiche economiche che fino ad allora non erano mai state contemplate, probabilmente l’Europa non sarebbe quella che conosciamo oggi. 

Draghi ha terminato il suo mandato alla Bce nell’ottobre del 2019.

“Il futuro? Chiedete a mia moglie”, ha detto lasciando la guida della banca centrale europea a Christine Lagarde.

A partire dal 13 febbraio 2021 è Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.