Il Debito Pubblico spiegato facile

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Se ne parla ogni giorno, fa paura e crea non pochi dibattiti. Tuttavia, nonostante la sua fama, non tutti sanno esattamente cosa sia e come funzioni. Come mai condiziona tutte le decisioni politiche? E perché si dice che peserà sulle future generazioni?

 

Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

 

Il debito si crea quando le entrate dello Stato non bastano a coprire le spese. Ogni anno, infatti, lo Stato raccoglie tasse e imposte dai cittadini, con cui vengono pagati i servizi erogati dagli enti pubblici (ad esempio gli ospedali e le scuole). L’idea alla base delle tasse è quella di chiedere una piccola (ma non sempre così piccola) percentuale della ricchezza prodotta da ogni singolo cittadino per far funzionare il sistema intorno a lui.

 

Quando lo Stato decide di fare un grosso investimento, ad esempio costruire un nuovo pezzo di ferrovia per l’Alta Velocità, o aumentare i fondi per l’istruzione, generalmente non ha a disposizione le risorse necessarie: le tasse raccolte sono spese per intero per pagare dipendenti pubblici, servizi e fornitori. Lo Stato deve quindi ricorrere agli investitori: persone disposte a dare a prestito dei soldi a fronte di un interesse.

 

Lo Stato prende quindi a debito dei soldi per costruire la ferrovia perché è convinto che questa faciliterà gli scambi, facendo crescere l’economia. Questo porterà a una maggiore ricchezza dei cittadini e quindi a più tasse raccolte con cui poter ripagare il debito (o almeno gli interessi sul prestito).

 
 

Quindi, il debito pubblico è l’insieme di soldi che in un dato momento gli investitori hanno prestato allo Stato e agli enti pubblici italiani. Questo valore oggi è di circa 2.400 miliardi di euro, pari al 135% della ricchezza nazionale prodotta in un anno (il famoso PIL).

 

Perché PIL e debito sono spesso citati insieme?

 

Perchè per ripagare il debito è necessario produrre ricchezza da cui lo Stato ricava le tasse e ripaga gli interessi ai creditori. Più la ricchezza prodotta è alta, più sarà semplice per lo Stato riscuotere le tasse con cui ripagare il debito contratto. Più la ricchezza è bassa, più tempo sarà necessario per ripagare quanto chiesto a prestito. Per questo, il rapporto tra il debito pubblico e il PIL deve sempre rimanere equilibrato: se il debito crescesse più velocemente di quanto fa il PIL, per lo Stato aumenta il rischio di insolvenza, ovvero l’impossibilità di ripagare gli interessi ai propri creditori.

 

Perchè è importante ripagare gli interessi prima che il debito?

 

Semplice! Se lo Stato non ripaga gli interessi, i creditori non presteranno più soldi allo Stato.

 

Ma lo stesso discorso vale anche per il debito!

 

Sì, però lo Stato può sempre chiedere al mercato nuovo debito per ripagare quello chiesto in precedenza. Per questa ragione risulta fondamentale ripagare gli interessi a scadenza e avere la disponibilità dei creditori a concedere nuovi prestiti allo Stato.

 

In questo modo il debito pubblico potrà rimanere costante ed essere rifinanziato ogni volta che sarà necessario. Invece, la prospettiva di un aumento di ricchezza permetterà allo Stato di ripagare anche il debito e non solo gli interessi.

 
 

Tuttavia, l’Italia oggi tende a restare ferma e non crescere a livello di ricchezza prodotta. Così, nel nostro Paese, negli ultimi anni il rapporto debito/PIL è rimasto costante o addirittura peggiorato. Se tale rapporto peggiorasse ulteriormente, lo Stato attraverso le imposte non sarebbe più in grado di ripagare gli interessi e quindi ottenere nuovo debito.

 

Ma cosa succede in un momento di crisi?

 

Quando l’economia subisce dei rallentamenti, come nel caso dell’attuale emergenza sanitaria, il Governo interviene con investimenti a breve e lungo termine (acquisto di strumenti sanitari, diminuzione delle tasse, assistenza alle aziende) che costano molto: lo Stato si deve indebitare. Questo avviene a degli interessi più alti della norma, a causa sia dalle ingenti somme prese in prestito (se chiedo più soldi devo pagarli di più) che dalla diminuzione della ricchezza causata dall’emergenza.

 
 
 
 

Ma vista l’emergenza, non possiamo pagare meno?

 

Sì, infatti gli interventi della Banca Centrale Europea e dell’Unione Europea (che vi abbiamo spiegato qui) hanno proprio lo scopo di far sì che l’Italia, e gli altri paesi dell’UE, possano ricevere i soldi necessari ad affrontare la crisi senza dover pagare gli alti tassi d’interesse che dovrebbero sostenere nel caso in cui prendessero da soli le somme a prestito dal mercato.

 
 

Vuoi andare avanti ad approfondire l’argomento? Leggi il nostro articolo su titoli di Stato e spread.

 

Fonti e approfondimenti

 

Le tipologie di Titoli di Stato Italiani, Borsa Italiana

 

Ammontare titoli e Debito Pubblico, Dipartimento del Tesoro Italiano

 

I numeri della finanza pubblica dal 1861 a oggi, Osservatorio Conti Pubblici Italiani

 

Risposte brevi a Domande comuni sul Debito Pubblico, Osservatorio Conti Pubblici Italiani

 

Rapporto sul Debito Pubblico 2018, Ministero dell’Economia e Finanza

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