Gli Stati Uniti avvertono i propri alleati: affidare il proprio 5G a Huawei presenta rischi per la sicurezza nazionale. Non tutti sembrano però convinti dell’allarme, e le tecnologie cinesi sono convenienti e competitive.
La tecnologia di rete mobile 5G permetterà di trasmettere informazioni a velocità smodata, con applicazioni che spaziano dalle attività civili a quelle militari e d’intelligence. In particolare, il 5G è concepito per la comunicazione tra sistemi digitali autonomi che funzionano scambiandosi grandi quantità di informazione in tempi brevissimi (come ad esempio un sistema di veicoli a guida autonoma che si muovono coordinati e in sicurezza minimizzando i tempi di percorrenza). Come per ogni tecnologia rivoluzionaria, anche se molte delle sue applicazioni sono ancora imprevedibili, è verosimile supporre che il 5G diventerà il nodo centrale di tutti gli scambi di informazione. Il potenziale economico della nuova rete mobile, unito alla centralità che acquisirà nelle comunicazioni di tutti i giorni, la rendono un asset estremamente strategico.
Con Huawei e ZTE la Cina detiene un ampio vantaggio sulla nuova tecnologia ma, anche in seguito a pressioni esercitate da Washington, sempre più Paesi stanno escludendo Huawei dalla costruzione delle proprie reti 5G. I timori legati ai giganti cinesi derivano dalla loro stretto rapporto con Pechino: gli Stati Uniti temono che il governo cinese possa sfruttare la propria ingerenza nelle due compagnie per spiare o sorvegliare le attività di aziende e governi esteri. Inoltre, in caso di conflitti, reti con componenti Huawei potrebbero essere più vulnerabili a cyber attacchi o sabotaggi da parte di Pechino, che sarebbe potenzialmente in grado di paralizzare parte dell’apparato comunicativo e produttivo dei propri avversari.
Questi timori sono condivisi da diversi Paesi, mentre altri accolgono ZTE e Huawei come opportunità di sviluppo e modernizzazione. Escludere la Cina (parzialmente o totalmente) dallo sviluppo delle proprie reti 5G significa affidarsi alle europee Nokia ed Ericsson o alla sudcoreana Samsung, più indietro nello sviluppo della nuova tecnologia. Rinunciare a Huawei potrebbe causare fino a qualche anno di ritardo nella costruzione delle reti 5G, con costi maggiori per aziende e consumatori. Affidare le proprie reti al gigante cinese potrebbe invece comportare rischi per la sicurezza nazionale e forti pressioni (o ritorsioni) da Washington.
Huawei ban: mappa del 5G Huawei nel mondo
Nessuno, tra i paesi membri del five eyes ─ l’alleanza di intelligence che include Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito ─ affiderà lo sviluppo della propria rete ad aziende cinesi. Gli Usa, che mirano a contenere l’espansione del nuovo arrivato, avevano minacciato di interrompere la condivisione informazioni sensibili con Paesi che fanno uso di reti con 5G Huawei. L’australia e la Nuova Zelanda hanno escluso il colosso cinese già nel 2018, mentre la decisione del Regno Unito è arrivata lo scorso 14 luglio, dopo che parti della sua infrastruttura erano già state sviluppate con componenti Huawei (il Paese conta di rimuoverle tutte entro il 2027). All’interno dell’alleanza, il Canada è l’unico Stato a non aver formalmente bannato Huawei, limitandosi ad affidare i propri appalti ad Ericsson e Nokia.
Ad Ottobre, l’Ensia ─ Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione ─ ha sottolineato il bisogno di un approccio europeo comune per garantire la sicurezza delle reti 5G, mettendo in guardia ─ e forse alludendo alla Cina ─ i Paesi membri dai rischi nell’affidare i propri appalti ad aziende troppo dipendenti da potenze straniere, specie se non democratiche. L’Unione Europea sta considerando misure comuni, ma si trova ad affrontare difficoltà dovute ad interessi divergenti e un mercato delle telecomunicazioni molto frammentato: Usa e Cina contano 3 operatori a testa, mentre in Europa il mercato è popolato da oltre 100 aziende, alcune delle quali dipendono fortemente dalle forniture di Huawei. Gli occhi sono puntati sulla Germania, che non ha ancora escluso Huawei ma la cui decisione in merito potrebbe determinare la posizione dell’intero blocco.
La Francia ha invece annunciato che in futuro non rinnoverà le licenze su componenti 5G Huawei, misura paragonabile ad un ban in quanto, secondo quanto appena riportato da Router, eliminerà quasi del tutto la presenza di Huawei entro il 2028, quando molte licenze saranno scadute. Anche l’India, dove normative stringenti già limitano la presenza di Huawei, sta considerando un ban ─ la competizione storica tra le due potenze si è recentemente infervorata. In Italia Tim ha escluso Huawei dalla gara per la costruzione della rete 5G, mentre il governo ha negato di stare lavorando a una esclusione a livello nazionale nonostante i suggerimenti del Copasir ─ la commissione che sorveglia le attività di intelligence italiane ─ in merito.
I Paesi che si stanno invece muovendo verso lo sviluppo di una rete 5G con Huawei includono Ungheria, Russia, Pakistan, gran parte del Sud-Est asiatico, il Paesi del Golfo Persico (inclusi alcuni alleati degli Usa), diversi Stati africani e alcuni Paesi del Sud America.
Una nuova guerra fredda tra Cina e Stati Uniti?
Per quanto intense possano sembrare, le tensioni sul 5G non sono che manifestazioni di un conflitto più complesso tra una superpotenza apparentemente sempre più introspettiva (Usa) ed una in ascesa e sempre più influente sul panorama delle relazioni internazionali (Cina).
Nel rapporto tra le due potenze c’è reciprocità: anche la Cina sta cercando di ridurre la propria dipendenza dagli Stati Uniti. Con la Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative) Pechino mira a creare un passaggio per le merci che non dipenda dalle rotte commerciali marittime dominate dagli Usa, mentre il completamento a luglio del sistema di localizzazione satellitare cinese BeiDou sancisce la fine della dipendenza dal sistema GPS americano. Entrambi i Paesi stanno inoltre cercando di scindere le catene del valore delle rispettive industrie high-tech, soprattutto per quanto riguarda la produzione di microprocessori e semiconduttori.
Le pressioni verso i propri alleati sembrano rispecchiare un conflitto ideologico oltre che economico. Gli Usa vedono il modello di Stato cinese come una minaccia al mondo libero delle democrazie occidentali, mentre i cinesi sostengono che gli americani danneggino la loro economia in maniera sleale e che cerchino di impicciarsi questioni esclusivamente domestiche che non li riguardano ─ vedi i casi di Hong Kong e degli Uiguri in Xinjang. L’avvento delle reti 5G definirà ancora più nettamente la divisione del mondo in due blocchi di influenza le cui reti potrebbero non essere compatibili fra loro. Per questo la geopolitica del 5G contribuisce a definire le alleanze internazionali per i decenni a venire.